Luca Longhi

FOMO, 2021

Still da video (dettaglio)

FOMO (fear of missing out [paura di perdere occasioni]) è la paura di essere esclusi da eventi, esperienze o contesti sociali gratificanti; ciò può portare a una preoccupazione compulsiva di perdere un’opportunità di interazione sociale. Le persone possono essere consumate da un bisogno ossessivo di controllare ciò che fanno gli altri, e tutte le informazioni che generiamo ogni giorno sono in parte responsabili di questo fenomeno.

Video HD, colore, 0’15”

Intervista

Siamo tutti la somma delle nostre esperienze, che modellano la nostra personalità e la nostra percezione. In che modo la tua storia personale influenza le tue opere e come l’hai inserita in questo progetto? 

È vero! Tutti noi siamo il risultato delle nostre esperienze e delle nostre scelte. Ogni persona ha la propria visione del mondo, ed è proprio grazie a questa singolare percezione di  ciò che ci circonda che riusciamo a creare arte. Oggi, a mio modo ho voluto rappresentare  un tema che riguarda tutti noi. Utilizzando lo still life, influenzato dalla mia formazione da grafico, ho cercato di rappresentare il concetto di perenne attualità in questo progetto chiamato FOMO.

In questi tempi pandemici, la centralità della tecnologia e la ridefinizione del nostro spazio personale, hanno portano a vivere e concepire diversamente l’intimità e la mancanza di essa. Come descriveresti oggi la tua percezione dell’intimità, delle relazioni e delle connessioni odierne?

La pandemia ha costretto a modificare, in modo drastico e forzato emozioni, pensieri e  relazione sociali. Se da una parte siamo stati costretti a mantenere un distanziamento sociale, dall’altra ci siamo ritrovati a vivere a stretto contatto con le persone più vicine a noi. La convivenza forzata ha consolidato rapporti ma in altri casi alcuni si sono sentiti privati,  seppur in parte, della loro intimità; contemporaneamente a tutto questo ci ha anche permesso di riflettere e di lavorare su noi stessi.

Quale pensi sia la reazione del pubblico dopo aver visto il tuo lavoro in questo spazio digitale? Come pensi che questo infinito consumo di contenuti digitali stia influenzando la produzione e la fruizione delle opere d’arte? Pensi che le mostre virtuali continueranno ad essere un possibile strumento per presentare le tue opere in futuro?

Il consumo eccessivo di dati e di contenuti digitali è un tema centrale all’interno del mio  progetto, sicuramente questa digitalizzazione ha influenzato molti lavori di molti artisti.  Si sta sempre andando avanti e ritengo che sia giusto seguire lo sviluppo tecnologico. Già oggi si sta iniziando a parlare di NFT (Non-fungible token) un sistema in grado di conferire un unicità a qualcosa che potenzialmente sarebbe di infinita riproduzione. Ritengo che questo sistema potrà diventare fondamentale per le future produzioni artistiche digitali. Sicuramente accoglierò con piacere future mostre virtuali anche se preferisco ancora la vecchia mostra fisica.

Bio

Luca Longhi (1998, Cesena). Da dieci anni scatta fotografie. Ha una formazione da grafico-pubblicitario, seguita da una triennale in fotografia presso la Fondazione Studio Marangoni di Firenze (in corso). Ancor prima di definirsi fotografo si considera un creativo. Creare e condividere emozioni è ciò che più gli interessa, perciò ha scelto la fotografia come mezzo di comunicazione, ritenendola al momento quella che più lo rappresenta. Nel corso degli anni ha svolto vari lavori fotografici e partecipato a piccole mostre all’interno di gruppi artistici.