Alexandra Konopleva

Quarantine Guarantee, 2020

Still da video

Questo racconto ironico e satirico è stato creato durante il periodo di quarantena causata dall’emergenza COVID-19. “Per la produzione di immagini in movimento”, racconta l’artista, “ho l’abitudine di lavorare assieme a diversi colleghi e attori non professionisti, ma durante i mesi di isolamento sono stata costretta a ridurre il cast lavorando unicamente con me stessa”. La presenza costante della sua figura è anche uno specchio dell’alienazione, della paranoia e delle fragilità, che sono tipiche di questo momento di crisi, bombardato da notizie false o incerte e non ci sentiamo sicuri con nessuno, nemmeno con noi stessi, poiché un senso di colpa permanente grava sul nostro comportamento.

Video, colore e suono, 5’28”

Intervista

Dal nostro punto di vista, parlare di perenne attualità significa parlare della nostra percezione del tempo, della storia e delle interazioni umane. Dato che abbiamo considerato questo progetto come un dibattito collettivo, ci piacerebbe conoscere anche la tua opinione. Qual è la tua idea di perenne attualità? E come hai voluto rappresentare questa idea nell’opera che hai presentato in mostra?

Credo che la perenne attualità sia più legata alle relazioni umane, poiché è da esse che nasce l’attualità come concetto. Poi si evolve in uno stato che chiamiamo ‘perenne’ a seconda della durata della loro rilevanza nel corso delle nostre vite e generazioni. In un certo senso lo associo a un ‘cliché’ che è una delle ispirazioni per il mio lavoro. Anche se cliché come parola ha un tono negativo, significa solo che può sopportare una ripetizione senza fine. Che è anche quello che l’umanità ha sperimentato nel 2020, dove ogni giorno, mentre sei chiuso dentro, sembra indistinguibile dal precedente e ciò che ti circonda, incluso te stesso, diventa un cliché.  

Siamo tutti la somma delle nostre esperienze, che modellano la nostra personalità e la nostra percezione. In che modo la tua storia personale influenza le tue opere e come l’hai inserita in questo progetto? 

Quarantine Guarantee è in questo senso un esperimento per me, è una traduzione della mia esperienza genuina durante l’isolamento, anche se in alcune parti leggermente esagerata. A un certo livello volevo che questo lavoro avesse una relatività, detto questo, naturalmente non ricorderebbe direttamente l’esperienza di ogni persona, ma se fosse stato fabbricato, non avrebbe avuto alcuna relatività. 

In questi tempi pandemici, la centralità della tecnologia e la ridefinizione del nostro spazio personale, hanno portano a vivere e concepire diversamente l’intimità e la mancanza di essa. Come descriveresti oggi la tua percezione dell’intimità, delle relazioni e delle connessioni odierne?

Che domanda personale! Ho sempre avuto una mancanza di intimità, quindi non so dire se c’è qualche differenza.

Quale pensi sia la reazione del pubblico dopo aver visto il tuo lavoro in questo spazio digitale? Come pensi che questo infinito consumo di contenuti digitali stia influenzando la produzione e la fruizione delle opere d’arte? Pensi che le mostre virtuali continueranno ad essere un possibile strumento per presentare le tue opere in futuro?

Questo lavoro è stato inizialmente creato per essere visto in digitale. Il formato è stato ispirato dai contenuti di YouTube, dai film popolari e dalla televisione, che era ciò a cui ci siamo rivolti nei tempi difficili della pandemia. Nel resto del mio lavoro mi sforzo di combinare mezzi digitali e tradizionali, quindi credo che per molti artisti, me compreso, ci sia una promettente espansione di opportunità in termini di produzione. Le mostre virtuali sono sicuramente il modo migliore per esternare il proprio lavoro e raggiungere un nuovo pubblico, quindi continuerò senza dubbio a farlo.

Bio

Alexandra Konopleva (1998, San Pietroburgo, Russia) vive e lavora a Firenze. Per otto anni ha studiato belle arti a San Pietroburgo prima di a trasferirsi a Dublino nel 2014 dove ha vinto una serie di concorsi d’arte locali come The Irish National Drawing Contest. Nel 2017 si è laureata al St.Columba’s college di Dublino e l’anno successivo ha frequentato la Stieglitz State Academy of Art and Design di San Pietroburgo. Mentre studiava di nuovo a San Pietroburgo Konopleva si è resa conto che a quel punto ha studiato belle arti per dodici anni in totale e ha acquisito familiarità con la pratica accademica e ha deciso di studiare i nuovi medium per capire come funziona l’ecosistema del mondo dell’arte contemporanea, così nel 2018 ha iniziato a frequentare il corso di Multimedia Arts all’Istituto Marangoni di Firenze.